RI/CONOSCERSI appartiene al progetto "Tête-à-tête: racconti fotografici del carcinoma della mammella" promosso da Istituto Italiano di Fotografia, Che ti sei messa in TETTA? e Un Ottavo Rosa. 
La collaborazione tra queste realtà ha dato vita alla serata del 3 dicembre 2022, fatta di talk divulgativi sulla prevenzione del cancro al seno tenuti da specialisti del settore oncologico; contestualmente, è stata presentata la mostra con i lavori prodotti dagli studenti del 2° anno del Corso Professionale Biennale di Fotografia, raccolti anche all'interno di un libro
Il ricavato della vendita del libro ha aiutato Un Ottavo Rosa Aps ad acquistare cinque presidi medici per la crioterapia che, secondo recenti studi, aiuta a diminuire notevolmente la possibilità di neuropatie e riduce la perdita di capelli causate dai farmaci chemioterapici.

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Questa è la storia di due donne. Due donne che si sono conosciute all'Ospedale San Raffaele di Milano. Il corso, dedicato a pazienti in cura oncologica, si chiama "Salute allo specchio", ed è da questo specchio che comincia questa storia.
M. era impossibile non notarla: a fare la chemio andava coi tacchi a spillo, trucco impeccabile e foulard sgargianti; alcuni infermieri affettuosamente la prendevano in giro "Scusi ma lei è malata? Cosa ci fa qua?". P., vestita di nero e accartocciata nel proprio dolore, si chiedeva con invidia buona come fosse possibile, da dove prendesse quella forza. Timidamente, attacca bottone con M. È strano dire "diventano amiche". Forse è più che condividono una strada, anche se ognuna è nella propria lotta.
Un giorno M., estetista e parrucchiera, invita P. nel suo negozio: la trucca e la pettina come una sposa. P. è bellissima, sembra un'attrice di qualche film della Marvel. Guardandosi allo specchio, finalmente, si riconosce.
Oggi, M. e P. sono bellissime.
C'è in questa storia un filo d'oro che incornicia i volti stanchi e i corpi feriti, una catena di luci che illumina gli sguardi di tutte le persone che si incontrano nella lotta, una crepa riparata con una lamina d'oro che ricuce i pezzi e dà un nuovo aspetto, bellissimo, sempre. E guardandosi allo specchio ci si conosce una seconda volta, grazie anche alle mani di chi ha saputo vedere in noi la bellezza e da cui ci siamo lasciati ritrovare. Ed è bello sapere che quella persona aveva bisogno di noi, per dare forma anche a se stessa.
"Non volevo che fosse lei a prendere da me. Ero io che avevo bisogno di dare qualcosa a lei, perchè in qualche modo tirando fuori lei tiravo fuori me.
Ne avevo bisogno anche io" - M.
"Quando la vidi pensai "è bellissima". Ma quando la conobbi mi dissi "non è un caso!". E così, senza accorgerci, piano piano qualcosa cambiò, piano piano un po’ sorrisi. E piano piano mi piace pensare che Sì, io e lei eravamo una lo specchio dell'altra" - P.
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RE/KNOW EACH OTHER belongs to the project "Tête-à-tête: photographic narratives of breast cancer" promoted by Istituto Italiano di Fotografia, Che ti sei messa in TETTA? and Un Ottavo Rosa. 
The collaboration between these entities resulted in the evening of December 3, 2022, consisting of informative talks on breast cancer prevention given by specialists in the field of oncology; at the same time, an exhibition was presented with the works produced by the students of the 2nd year of the Biennial Professional Photography Course, also collected within a book. 
Proceeds from the sale of the book helped Un Ottavo Rosa Aps purchase five medical devices for cryotherapy, which, according to recent studies, helps greatly decrease the possibility of neuropathy and reduces hair loss caused by chemotherapy drugs.
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This is the story of two women. Two women who met at San Raffaele Hospital in Milan. The course, dedicated to patients undergoing cancer treatment, is called "Health in the Mirror," and it is from this mirror that this story begins.
M. was impossible not to notice her: to do chemo she went in stilettos, impeccable makeup and garish scarves; some nurses affectionately teased her, "Excuse me but are you sick? What are you doing here?".
P., dressed in black and crumpled in her own pain, wondered with good envy how it was possible, where she got that strength from. Shyly, she strikes up a conversation with M. It is strange to say "they become friends." Perhaps it is more that they start sharing a path, even though each is in her own struggle.

One day M., a beautician and hairdresser, invites P. into her store: she does her makeup and combs her hair like a bride. P. is beautiful, looking like an actress from some Marvel movie. Looking at herself in the mirror, she finally recognizes herself.

Today, M. and P. are more beautiful than ever.
There is in this story a golden thread that frames the tired faces and wounded bodies, a chain of lights that illuminates the gazes of all the people you meet in the struggle, a crack repaired with gold foil that stitches the pieces together and gives a new look, beautiful, always. And looking in the mirror we know ourselves a second time, thanks in part to the hands of the person who was able to see the beauty in us and by whom we let ourselves be found. And it is good to know that that person needed us, to shape herself too.
"I didn't want her to take from me. I was the one who needed to give something to her, because somehow by taking her out I was taking me out.
I needed it too." - M.
"When I saw her I thought 'she is beautiful.' But when I got to know her I said to myself 'this is no accident!' And so, without realizing it, slowly something changed, slowly a little bit I smiled. And slowly I like to think that Yes, she and I were mirrors of each other" - P.
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